Siria Bertorelli, che ha aperto questo ciclo di mostre sulla Donna e la Superstizione allo Spazio Wunderkammer, archetipizza la femminilità del nuovo millennio. Profondamente emancipata, da sempre sicura del proprio percorso artistico, Siria filtra il proprio lavoro facendolo passare per una visione a 360° di quello che è il concetto di donna di questi tempi, svecchiandone certi luoghi comuni. Siria Bertorelli non gioca a fare la meticolosa martire dell’accademismo artistico (da sempre appannaggio dei maschi dominanti di questa o quella corrente), nè sfrutta in modo irritante la spregiudicatezza tipica della femmina glamour, simpatica pin-up di un’era mediatica in cui la sensualità sublima il talento. Semmai si situa in modo alchemicamente perfetto fra le due concezioni, giocando il gioco dei ruoli ma rivendicando una propria sicurezza psicologica, una serietà che passa prima per lo scherzo, una professionalità fondata sulla comprensione. Lo stesso si vede nei suoi lavori.
Cappuccetto Rosso uccide il lupo prima di diventare lei stessa un Cappuccetto Mannaro. La favola breve diventa maledizione eterna. Se c'è una lezione è che la bambina è morta, e per dirla con la filosofia di Angela Carter, ne è venuta fuori la donna, creatura potente (dal latino domina), un piccolo dio rinchiuso dalla saggezza e dalla paura dell’uomo nella forma di bestia servile e sottomessa. Per il momento, almeno...
DCF